domenica 8 agosto 2010

apertura mentale

Quanto più andate avanti nella vita, tanto maggiore sarà la varietà di persone che incontrerete. Al mondo c'è un assortimento infinito di stili di vita e situazioni sociali e avere la mentalità giusta per accoglierli tutti è impossibile.


Il pregiudizio, la bigotteria o l'intolleranza degli altri, che si basano sulla razza, sulla religione, sull'orientamento sessuale, sull'appartenenza a uno schieramento politico e persino sulla moda, sono atteggiamenti stupidi e un sicuro segnale d'ignoranza. Non dovete, certo, apprezzare tutti quelli che incontrerete durante la vita, ma non dovrete mai mancare di rispetto verso qualcuno in base ad assunti superficiali.

Il pregiudizio è un atteggiamento acquisito. Se non siete a vostro agio in presenza di alcune persone o gruppi di persone, dovreste chiedervi perché. Molto spesso, è la voce di qualcun altro che risuona nella vostra testa e che vi fa sentire a disagio. Liberatevi di quell'interferenza che vi è solo di ostacolo.

È naturale sentirsi insicuri o preoccupati quando si viene a contatto con nuove situazioni o costumi sociali inediti, ma dipende solamente da voi il modo in cui gestire questa sensazione. Potete ritirarvi e restare a fissare gli stranieri oppure potrete godere della novità e, con rispetto, confrontarvi con ogni singola persona.

Non tutte le situazioni sociali saranno l'ideale per voi e questo è innegabile. Ma, se vi sentite tesi e nervosi quando non è presente alcuna minaccia, è necessario un bell'esame di coscienza...

Nell'arte, nella musica e nei viaggi una mente aperta vi può regalare sorprese inaspettate e nuove scoperte. Lo stesso avviene con le persone, quindi non limitate le vostre frequentazioni sociali, rifiutando chiunque non sia immediatamente riconoscibile. Ciò non significa che dovete correre incontro a braccia aperte verso la banda di teppisti che vi si avvicina con catene e bastoni.

Ma al di là dei pericoli immediati, non c'è alcuna ragione di sentirsi minacciati o intimiditi di fronte a qualcuno diverso da noi. Forse, non è il travestito in sé che vi fa sentire a disagio, ma piuttosto la vostra convinzione di quello che gli altri stanno pensando di voi in relazione a questa persona. Ma se tutti gli altri si divertono, perché sentirsi un pesce fuor d'acqua? E, a onor del vero, se in una stanza c'è una grassa e vecchia travestita, non sarete voi a subire un giudizio...

Test di dominanza

Per ognuno dei caratteri seguenti individua il tuo fenotipo e scrivilo nella tabella. Indica poi la corrispondenza con il tuo genotipo. Se hai il genotipo dominante ma non sei in grado d'indicare se il genotipo è omozigote o eterozigote, accanto al simbolo dell'allele dominante metti il segno "meno" (-).




1) lobo dell'orecchio: staccato S, unito s.

2) mento: con fossetta F, senza fossetta f.

3) labbro inferiore e mento: prominenti L, normali l.

4) efelidi (o lentiggini): presenza E, assenza e.

5) ciuffo bianco frontale tra i capelli: presenza C, assenza c.

6) attaccatura dei capelli: appuntita A, dritta a.

7) dorso delle dita: pelose D, glabre d.

8) naso: aquilino N, dritto n.

9) pollice dell'autostoppista: assenza P, presenza p.

10) dita intrecciate: pollice sinistro sul destro I, pollice destro sul sinistro i.

11) ultima falange del mignolo: ripiegata sull'anulare M, dritta m.

12) muscolo palmare lungo (tre tendini nel polso): assenza T, presenza t.

13) orecchio peloso: gene Y-linked

14) smalto dei denti difettoso: gene X-linked

15) calvizie: allele dominante nei maschi e recessivo nelle femmine (influenzato dal testosterone).



N.B. L'aggettivo "dominante" si riferisce solo all'allele e non al fenotipo. Questo significa che il carattere non corrisponde a quello più diffuso nella popolazione in esame, ma solo che l'allele dominante, magari molto raro nella popolazione (come nella drammatica Còrea di Huntington), se accoppiato all'allele recessivo, si rende sempre manifesto. L'allele dominante è indicato da una lettera maiuscola, l'allele recessivo da una minuscola.

Sono un peccatore grave

Probabilmente a molti di voi non interessa, ma io inizio a sentire il peso d'essere un peccatore grave. Pensavo che per potersi fregiare di questo titolo bisognasse almeno ammazzare qualcuno, torturare il vicino di casa che tiene lo stereo alto, picchiare le donne e i negri, organizzare un colpo di Stato e avere qualche persona sulla coscienza. Niente di tutto ciò, anzi tutt'altro...
Ho scoperto d'essere un peccatore grave leggendo con un interesse non comune una splendida intervista a mons. Ducoli, ex vescovo di Belluno, che ai miei occhi appare uno dei più grandi filosofi dei nostri tempi, secondo solo a Rocco Buttiglione. Ducoli, intervistato dal sito progressista Pontifex esclama tra l'altro: "Anche le convivenze etero sono situazioni di peccato grave, come del resto lo sono i rapporti sessuali consumati prima del matrimonio”.
Al di là del mio status di peccatore grave, di cui probabilmente v'interessa molto poco - e come non capirvi - non vorrei che vi sfuggissero altre perle elargite a umani (e porci...) da mons. Ducoli, per cui in calce a questo mio peccaminoso post riporto tutto l'articolo del sito UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti).
Intanto vi posso sintetizzare dei punti salienti: 
- Se sei gay e ti picchiano, sappi che il mons. Ducoli riconosce ai violenti delle attenuanti, perché probabilmente hai avuto degli atteggiamenti provocatori verso di loro, come tenerti per mano con ilo tuo ragazzo o dargli un bacio.
- Se sei donna e ti stuprano, sappi che il mons. Ducoli riconosce anche stavolta delle attenuanti ai violenti, perché probabilmente ti sei vestita in modo senza reggiseno o con la minigonna. Se alle 3 del pomeriggio sei al mare, meglio per te indossare un bel cappotto di cachemere e sotto una bella calzamaglia nera; in tal caso il violentatore non avrà attenuanti. O forse le avrà anche stavolta, perché tu non hai coperto integralmente il capo?
- Se sei bambino e un uomo vestito con una lunga tunica nera ti avvicina e incomincia a palpeggiarti nelle parti intime... ah pardon! Di questo mons. Duconi si è dimenticato di parlarne. Che sbadato!
- "Gay e certe donne non sono stinchi di santo", dice Mons Duconi.
- "E certi monsignori non sono che stinchi di porco", ribatte Bertischio.

Ci rivediamo all'inferno, cari lettori: io prendo una camera doppia con vista sul girone dei sodomiti provocatori e delle donne scollacciate. Spero che almeno all'inferno il mons. Ducoli non si avvicini e che, se provi ad avvicinarsi, il Maligno gli dia tante di quelle mazzate....

Ecco l'articolo originale:
Ex vescovo Ducoli: “Ingiuste violenze su gay e donne, ma a volte provocano”.
Intervistato dal sito Pontifex, l’arcivescovo emerito di Belluno, mons. Alfeo Giovanni Ducoli, si esprime sull’omosessualità e la violenza sulle donne. Per combattere “le insidie della modernità”, bisogna valorizzare “la famiglia naturale”, “fondata solo sul matrimonio tra un uomo e una donna”; “ogni altra forma é una volgare impostura”.
Secondo l’ex vescovo, “lo Stato (italiano, per intendersi...) mai e poi mai deve riconoscere” le coppie gay, “forme contro natura, patologiche e morbose, in quanto la sessualità é volta alla procreazione e non al godimento, cosa che lasciamo volentieri agli animali”. Anche le convivenze etero sono situazioni “di peccato grave, come del resto lo sono i rapporti sessuali consumati prima del matrimonio”.
L’omosessualità, afferma il prelato, “in se stessa, come patologia, non è un peccato, se repressa e contenuta nei limiti delle giusta misura. In poche parole, se l’ omosessuale che non ha colpa di questa sua inclinazione disordinata e contro legge etica, si contiene e non dà scandalo, non lo possiamo considerare peccatore”. Avere rapporti omosessuali è invece, avverte mons. Ducoli, “un peccato gravissimo, contro Dio e la natura umana”; “solo un sincero pentimento può redimere chi pratica l'omosessualità. Certo, bisogna avere e chiedere per loro misericordia e non operare discriminazioni, ma non per questo, é lecita”.
Sui pestaggi contro i gay, l’ex vescovo afferma che “chi commette atti vili come quelli é un delinquente e va castigato con severità, perché il ricorso alla violenza non é mai giustificabile, "però" - prosegue - "va detto che alcune volte i gay provocano, con le loro condotte esibizionistiche, con azioni impudiche in pubblico, con atti osceni, eccitano la fantasia perversa di gente debole e, qualche volta, si comportano rumorosamente con troppa esuberanza per la via pubblica e questo effettivamente può determinare in alcuni sensazioni di ripulsa e di risentimento e spingerli all’aggressione". Quindi, “la violenza non é legittima, ma esiste in casi come questi l’attenuante della provocazione”. Opinione simile per la violenza sulle donne, che Ducoli definisce “una cosa barbara”, anche se “con la stessa sincerità va detto che alcune donne oggi vestono in modo indecente e scollacciato, mostrando in pubblico le loro forme sensuali”. “Questo può eccitare menti deboli o poco ordinate e spingerle ad atti di violenza”. "Dunque - sostiene il monsignore - se anche loro aiutassero con modi di vestire più castigati, sarebbe bene. Alcune loro esibizioni in pubblico possono causare atti violenti ed istigare ed anche la loro attitudine é un attenuante; vi é provocazione, istigazione all’atto violento. Gay e certe donne non sono stinchi di santo”.