domenica 1 maggio 2011

Energia pulita del III Millennio

Le conoscenze tecniche e scientifiche per creare un mondo futuro più pulito ci sono.
Il 13 gennaio 2010, Rich Diver e collaboratori, dei Sandia National Laboratories, sono riusciti ad utilizzare l’energia solare per convertire l’anidride carbonica in vero carburante.
Il principio su cui si basa questo metodo è molto semplice: “Attraverso l’energia solare – dice Diver – è possibile innescare una sorta di combustione al contrario, che trasforma l’anidride carbonica in carburante. Concentrando l’energia solare, si trasforma l’anidride carbonica e si rilascia l’ossigeno e anche un flusso di monossido di carbonio, che può essere facilmente convertito in combustibile liquido adatto a tutti gli usi e agli impianti tradizionali di trasporto già attivi. Questo consentirà di riciclare le emissioni inquinanti, ad esempio recuperando quelle delle centrali a carbone, generando nuova energia, mentre si riducono le emissioni”.
“La cosa più eccitante” – continua Diver – “è che questa invenzione consente di utilizzare il carburante fossile due o più volte, consentendo di diminuire le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, oltre a diminuire le quantità di carburante fossile dal sottosuolo”.
L’invenzione davvero rivoluzionaria, però, non sarà pronta per il mercato prima di 10-15 anni. Questi sono, infatti, i tempi minimi per la commercializzazione e l’adattamento delle nuove invenzioni tecnologiche alle logiche del mercato globale. I petrolieri possono tirare un sospiro di sollievo, pur dovendo cominciare ad organizzarsi per convertire i loro impianti di carburante fossile in qualcosa di meno inquinante, allineandosi con il trend ecologico che, in questo momento storico, vuole disporre di un’energia pulita, economica e sostenibile per tutta l’umanità.
Adesso occorre vedere se i grandi players, che costituiscono i centri del potere mondiale, saranno d’accordo ad operare verso una direzione più sostenibile, magari rinunciando a parte dei loro guadagni (ahahahahahah!!!)
Lo scienziato americano Craig Venter, che stupì il mondo completando la mappa del genoma umano, a maggio di quest’anno ha annunciato di aver creato un organismo sintetico usando sostanze inorganiche: Synthia.
La prima applicazione della biologia sintetica potrebbe essere la creazione di alghe con una duplice proprietà: assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e produrre carburanti biologici, cioè liquidi che avrebbero la stessa composizione chimica dei normali combustibili tipo benzina, kerosene o diesel, oggi ottenuti dalla raffinazione del petrolio greggio.
La visione di centinaia di chilometri quadrati di coltivazioni di alghe nei fondali oceanici non è realizzabile nel giro di qualche anno, non fosse altro perché le alghe sono organismi molto più complessi di Synthia. Ma il dado è stato tratto, non solo in campo scientifico, ma anche in quello economico: la Esso ha investito 600 milioni di dollari in Synthetic Genomics, la società di cui Vender è il co-fondatore, in cambio della proprietà intellettuale sui brevetti che verranno dall’attività di ricerca. Che non si tratti di fantasie lo dimostra il fatto che sono già state compilate 13 richieste di brevetti. Tra l’altro è in fase di sperimentazione l’estrazione di biocarburanti dalle alghe che già esistono in natura.
Ci sono diversi gruppi di ricerca sia nelle università che nelle grandi imprese negli USA, nel Regno Unito e nel Giappone e alcune start-up (Solazyme, Sapphire Energy) che hanno prodotto carburante da alghe usato in via sperimentale in veicoli comuni (una Jeep e una Mercedes per essere precisi).
I costi di produzione sono ancora troppo alti (paragonabile a oltre i 400 dollari al barile) per poter competere con i carburanti raffinati da petrolio, fintanto che questo si mantiene tra i 60 e gli 80 dollari al barile (ci sarebbe da discutere sul meccanismo di fissazione di tale prezzo…).
Chi lavora in questo campo spera di arrivare ad essere competitivo nel giro di due anni.
Se gli sforzi di Vender avranno successo la biologia sintetica cambierà gli equilibri economici mondiali anche per un altra ragione. Sara’ la capacita’ scientifica di un Paese (e non la disponibilità di petrolio, carbone, gas, o altre materie prime) a influenzare in modo determinante il benessere della sua popolazione. La conoscenza costituirà ancora di più la fonte primaria di ricchezza, a dispetto di quanti ripetono, con becera prosopopea, che la cultura non si mangia…

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