sabato 30 aprile 2011

Il matematico indiano

Ricordo con chiarezza che, nel corso di una puntata del Maurizio Costanzo Show, l'on. Gianfranco Fini, intervistato a proposito dell'omosessualità, disse (più o meno) testualmente che, se tutti gli uomini fossero o diventassero omosessuali, il genere umano si estinguerebbe nel corso di una generazione. Sono sicuro, oggi, che quello è stato una falsa argomentazione dettata da fini demagogici. In un bel romanzo (David Leavitt, "Il matematico indiano", ed. Arnoldo Mondadori, 2008) ho letto il perchè. 
"Nel 1902, un genetista con il (disgraziato) nome di George Udny Yule sollevò una possibile obiezione nei confronti del mendelismo: se, come suggeriva Mendel, i geni dominanti vincevano sempre sui geni recessivi, allora, con il tempo, una malattia nota come brachidattilia (che porta a un accorciamento delle dita delle mani e dei piedi ed è causata da un allele dominante) sarebbe aumentata tra la popolazione umana, tanto che il rapporto tra gli affetti ed i sani sarebbe divenuto di tre a uno.
La risposta la fornì Hardy in una lettera intitolata "Proporzioni mendeliane in una popolazione mista", e la spedì a “Science”: “Sono riluttante a intromettermi in una discussione su materie di cui non sono un esperto conoscitore e mi sarei aspettato che il dato semplicissimo che vorrei dimostrare fosse familiare ai biologi”. 
Il dato semplicissimo era che, se due alleli A e a sono rispettivamente presenti nei gameti della popolazione nelle percentuali p e q e se gli individui si accoppiano in modo casuale, allora la loro prole sarà monozigote-dominante in proporzione p2, monozigote-recessiva in proporzione q2 ed eterozigote in proporzione 2pq. Ma, allora, nei gameti della prole l'allele A sarà presente in proporzione p2 + pq = p (p + q), e l'allele a in proporzione q2 + pq = q (p + q). Poiché p + q = 1, le due percentuali sono le stesse di quelle di partenza, cioè p e q. 
In altre parole, le percentuali sia dei due alleli, sia dei loro genotipi (cioè degli individui che esibiscono la rispettiva variante del carattere), rimangono costanti di generazione in generazione, indipendentemente dai valori di partenza. 
Nel corso degli anni, ho letto molti articoli di giornale che criticavano quella che i medici chiamano "OMOSESSUALITA'”, lamentandosi della sua prevalenza e predicendo che, se la predisposizione già in crescita avesse continuato a diffondersi, lo stesso genere umano avrebbe rischiato l’estinzione. 
Naturalmente, a mio modesto parere, l’estinzione del genere umano sarebbe immensamente desiderabile e gioverebbe non solo al pianeta, ma anche alle molte altre specie che lo popolano. 
Ciò nondimeno, lo scienziato in me non poteva fare a meno d’impuntarsi di fronte all'errore che stava dietro l'avvertimento. Era lo stesso errore che era stato confutato dalla Legge di Hardy. Infatti, per la stessa ragione per cui, se Udny Yule fosse nel giusto, finiremmo con l'avere più brachidattili che uomini e donne con dita normali, così, se quegli articoli fossero corretti, gli invertiti sarebbero presto più numerosi di uomini e donne normali; la verità, naturalmente, è che il rapporto resterà immutato".

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